Meditazione #7: Creare nuovi mondi

di Debora Grazia

(Leggere l’articolo e poi ascoltare la meditazione in fondo all’articolo)

 

Ogni giorno osservo il mondo in cui vivo e non mi piace.
Non mi piace la narrazione dominante che continuamente incute timore e insicurezza.
Non mi piace che venga data enfasi solo a terribili fatti di cronaca o catastrofi.
Non mi piace che venga trasmesso il senso che le cose non possono cambiare, che tanto siamo messi male.
E ancora meno mi piace vedere, per quel poco che il distanziamento sociale oggi mi consente, che davvero molte persone attorno a me stanno male:  sono preoccupate, impaurite, demotivate, arrabbiate.

Tutto questo è la narrazione di un mondo che non desidero né per me, né per la mia famiglia, né per gli amici ma neanche per i nemici e neanche per il più piccolo degli animali o per una minuscola fogliolina.

Io desidero un’altra realtà, desidero uscire dalla condizione di vittima del sistema.
Desidero che l’idea di un mondo diverso si manifesti nella realtà.

E penso anche di essere in ottima compagnia.
Ci sono tante persone che desiderano, tante che sono uscite dalla condizione di vittima (o non ci sono mai state), tante che ogni giorno creano per sè e attorno a sé una realtà diversa.
Sono coloro che decidono di compiere un lavoro di conoscenza interiore, coloro che si mettono in ascolto di ciò che amano fare e lo fanno, coloro che hanno il coraggio di dire di no a ciò che non le rende felici divenendo consapevoli che la realtà esteriore è il riflesso del proprio mondo interiore.
Poeti, musicisti, mistici, terapeuti del corpo e dell’anima, ma anche cuochi, giardinieri per lavoro o per hobby, scienziati che non dimenticano l’aspetto sacro della natura, tutti coloro che mettono sé stessi nel creare il proprio quotidiano, facendo scelte consapevoli.
Persone che, viste con gli occhi del mondo, possono sembrare fuori dal mondo ma che in realtà creano Mondi.

Io credo profondamente nella possibilità di creare mondi che possono cambiare il mondo.
E credo che, più o meno consapevolmente, in tanti lo stiano già facendo. Anche se a volte, davanti a ciò che ci si manifesta, prevale la paura e lo sconforto che le proprie piccole o grandi azioni, non possano bastare.

Il biologo e saggista britannico R. Sheldrake con la teoria della risonanza e dei campi morfici (o morfogenetici) offre una possibile risposta a questi dubbi. Dalla sua teoria deriva l’idea che ogni membro di una specie attinga alla memoria collettiva della specie stessa, si sintonizzi con i membri passati della specie e a sua volta contribuisca all’ulteriore sviluppo della specie. Tutto questo perché, secondo Sheldrake,  le informazioni, i “campi ricordi” non sono effettivamente memorizzati nel cervello ma in un campo di informazione a cui è possibile accedere tramite il cervello. Negli ultimi trent’anni di ricerca Sheldrake ha analizzato la capacità di condivisione delle abitudini che gli organismi acquisiscono nel processo evolutivo, abitudini che sembrano “risuonare” all’interno della specie, creando la possibilità di una nuova acquisizione anche se avviene “a distanza di spazio”. E’ come se, la prima volta che si manifesta un evento, questo crei un solco, una nuova possibilità evolutiva per la specie stessa e che questo solco possa essere percorso dagli altri membri della specie. Come per le piante o gli animali anche per gli uomini sarebbe possibile trasferire stati mentali da un individuo all’altro grazie al meccanismo della risonanza morfica.

Nell’antica sapienza kabbalistica si ritiene che chiunque possa divenire co-creatore (con il divino) della realtà intraprendendo un percorso di trasformazione del proprio ego e manifestando la natura della propria anima, i propri autentici desideri.

E in moltissime tradizioni spirituali si sostiene che, una volta raggiunta la cosiddetta “massa critica” di persone che intraprendono un sentiero di risveglio, allora lo stesso si manifesterà in un cambiamento globale.

Come realizzare davvero un cambiamento? Facendo spazio al proprio potere creativo. Iniziando a chiedersi cosa ci appassiona davvero, cosa ci emoziona fare e cominciando a farlo. Se lo sappiamo già, riprendendo da dove abbiamo lasciato.
Partire da cose apparentemente piccole.  Studiare quello che ci interessa, cucinare , iniziare a dipingere, a scrivere, a camminare o a correre, a curare le piante, aiutare gli altri o qualunque altra attività che ci emoziona e viverla con intensità.
Stare a contatto con la natura, dialogare con essa, chiedere a un albero cosa possiamo fare per lui.
Trovare il tempo, avere il coraggio di lasciar perdere ciò che ci fa solo perdere tempo.
Lasciare andare i pensieri che ci  vorrebbero convincere che non sono cose concrete, che non sono cose da adulti, che il mondo reale è un’altra cosa.
Non temere di vivere fuori dal mondo.
Diventare consapevoli del proprio potere e viverlo in relazione alla sacralità dell’esistenza, e renderci conto che è proprio nelle scelte che facciamo ogni giorno, che si gioca la nostra capacità di creare un nuovo mondo.

 

ascolta la meditazione#7 (16′)

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