I miei appunti sull’incontro con Brother Martin

8 e 9 giugno 2019

a cura di Raffaele Marchesi

 

A livello generale vengono poste due domande chiave:

– Qual è il messaggio di Cristo per il nostro tempo?

– Come unificare le religioni?

 

Ciascuna religione è portatrice di una sua unicità e con il suo messaggio illumina alcuni  aspetti della Verità, ma è segnata anche da specifiche limitazioni.

 

Distinzione tra religioni della sapienza e dei profeti

Nelle tradizioni della sapienza (religioni orientali), l’essere umano è visto nella ricerca della verità, segnata da domande quali “Chi siamo? Dove andiamo?”. In tali tradizioni, i saggi parlano di un Dio che è silente. Seppur nelle loro differenze, tali tradizioni svalutano la dimensione terrena del mondo, che va trasceso, in vista della liberazione dal ciclo di nascita e morte.
Nelle tradizioni dei profeti, Dio si rivela all’uomo, parlando attraverso i profeti stessi.
Attraverso la parola di Dio, tali tradizioni invitano l’uomo ad un cammino di ricerca della moralità e della perfezione, in vista della salvezza.

 

I livelli della verità e della consapevolezza

Verità e consapevolezza esistono a livelli differenti:

  1. livello individuale
  2. livello collettivo
  3. livello universale
  4. livello dell’Unità

Bene e male assumono entro i primi tre livelli una valenza relativa, nel quarto livello esiste solo il bene (verità) assoluto

Per livello collettivo intendiamo il livello dei sistemi di credenze culturali, tra cui quelli religiosi, che se assolutizzati, e non visti nel loro valoro storico e relativo, diventano divisivi.
In questa prospettiva, il male (livelli 1-3) è tutto ciò che blocca l’evoluzione della consapevolezza umana.
La crescita dal primo al quarto livello è possibile in quanto esiste in ciascun essere umano una “via interna”, legata al fatto di essere stati creati a immagine e somiglianza di Dio (cfr. Genesi), a cui è possibile riferirsi ricorrendo al concetto induista di Atman, inteso come fondamento della nostra consapevolezza (là dove Braman rimanda invece al fondamento stesso della Creazione).
Al livello 4 la consapevolezza concepisce al di sopra di ogni cosa Dio, vedendo l’uomo come superiore alle religioni; al livello 2 si assolutizza invece il ruolo della religione, che prende addirittura sopravvento su Dio.

 

Per spiegare il rapporto tra questi quattro livelli è possibile ricorrere all’immagine di un albero:

foglie     > livello 1
rami       > livello 2
tronco   > livello 3
radici     > livello 4

Le radici sono il fondamento dell’intera pianta (cfr. l’albero della vita in Genesi), ma spesso il livello della consapevolezza umana si ferma ai livelli 1-2: ciò genera conflitto interno all’individuo, tra singoli individui, tra gruppi di individui e tra umanità e pianeta.
Il desiderio resta a questi livelli innescato dalla mancanza, mentre al livello quattro è un desiderio alimentato da una pienezza che vuole comunicarsi.
Tale dinamica del desiderio può essere descritta attraverso due distinte immagini del lago: uno che, in assenza di acque risorgive interne, si ricarica con piogge esterne (desiderio che nasce dalla mancanza); l’altro, alimentato dalla sorgente che risale dal profondo, mantenendolo pieno.
Ad esempio, la Creazione stessa può essere vista come manifestazione del desiderio di Dio, concepimento nel grembo vuoto di Dio, che invita gli uomini a realizzare attraverso di essa la propria unità con Dio, diventando partecipi della sua forza originale, libera e creatrice.

 

Una lettura del messaggio di Cristo

Il messaggio di Cristo può essere letto come un invito a trascendere, trasformare e condividere.
Tempo e Creazione non sono sviliti, in quanto sono manifestazione di Dio, che si lascia conoscere attraverso di essi.
Alla trascendenza non si accede tramite la perfezione, ma tramite la trasformazione del  desiderio e della nostra vita, che a sua volta modifica la percezione del tempo, in cui irrompe così l’eterno, come consapevolezza dell’unità, che spezza il rapporto tra il presente e il passato/futuro, invitandoci alla partecipazione alla vita creativa dell’eternità, ovvero al Regno di Dio.
Tale esperienza richiede condivisione, che trova nel gesto dell’Eucarestia la sua sintesi, come celebrazione di ogni momento della vita.
L’originalità del messaggio di Cristo sta in questo invito alla trasformazione del desiderio e dell’ego, così che la nostra vita, le nostre azioni e i nostri figli diventino vita, azioni e figli di Dio, in una testimonianza viva della Verità. Il desiderio viene così utilizzato ai fini del benessere dell’umanità.
Per giungere alla comprensione di questo aspetto del messaggio di Cristo non esistono tuttavia chiavi di lettura soddisfacenti nella tradizione biblica, a sua volta innestata su concetti della filosofia greca: ecco allora che l’esperienza della spiritualità dell’Induismo può essere utile per intuizioni nuove e feconde, come ebbe a dire padre Bede Griffiths, sostenendo di essere giunto in India per scoprire “l’altra metà della propria anima”.
L’insegnamento di Cristo, fondato su una base esperienziale e non teoretica, è volto a indicarci la via per realizzarci nella partecipazione al Regno di Dio.

 

Il percorso di ricerca spirituale

Per descrivere le tappe dei diversi livelli del cammino di ricerca spirituale è possibile rifarsi ai seguenti livelli:

_  Assenza di credenze (nascita)
_ Credente > Seguace
_ Discepolo
_ Esploratore
_ Scopritore

Per credente intendiamo colui che entra a far parte di una comunità, condividendone il sistema di credenze e di valori (livello 2 della consapevolezza).
Il rapporto tra credente e seguace è lo stesso che c’è tra cittadino e soldato: il soldato è disposto ad uccidere per la difesa della propria comunità di appartenenza.
Credenti e seguaci, a gradi diversi, sono convinti di possedere una verità.
Il discepolo è in un atteggiamento di ascolto: come un’ape che sugge da molti fiori, recepisce e mette insieme insegnamenti diversi.
L’esploratore si incammina su un proprio sentiero di ricerca, senza seguire le tracce di altri, percorrendo una propria via, che può condurlo alla condizione di scopritore (cfr. parabola in Matteo, 13, 44-46).
In base a questi livelli della ricerca è possibile leggere il brano evangelico in cui Gesù cammina sulle acque:
Gesù non lascia impronte perché percorre una via inedita, non battuta, senza replicare il passato di un sistema di credenze da far rivivere nel futuro, ma realizzando nella sua persona l’eternità nel tempo.
I discepoli sono sulla barca, che rappresenta la loro religione, il loro sistema, e non hanno il coraggio di camminare sulle acque.

Casa dell’Ecologia Umana
Fano, via Roncosambaccio n. 149/a (PU)

Per iscrizioni e informazioni:
334 7009556 Marina
email: corsi@ecologia-umana.it

Prenotazione obbligatoria per partecipare all’evento.

Ingresso ad offerta libera, anche per le cene.

 

Aggiungi il Tuo Commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Contattaci

    PER CONOSCERCI

    Compila il modulo sottostante