Qualcosa d’Altro

di Chiara De Angeli

Oggi non so stare lontana dall’ascoltare piccoli sassi rotondi che rotolano di amore. Amore che arriva dalle parole, dai doni in una musica o in una poesia, da uno sguardo che accarezza tutto quanto il viso e che fa scendere lacrime buone e benedette. Amore che l’Altro dona nella direzione a cui ognuno di noi, a proprio modo, è affidato. In ognuno credo ci sia un gancio salvavita che si chiama Altro. Altro inteso come essere umano caro al nostro cuore.  Altro che vive lontano, Altro che vive vicino, che l’Altro è in realtà più di uno, diventando gli Altri, e che ovunque essi siano abbiano la capacità di agganciarci nel volo all’ingiù di questi giorni difficili. Ma non solo.

Quegli Altri di amore che scandiscono bene il tempo, dentro, che fanno respirare bene i polmoni, così protagonisti pur non avendolo chiesto in questo lungo e lento periodo.

Non so come, nel mio piccolo, poter dare parole o tradurre quello che si scatena durante una “buona” vicinanza nonostante la separazione.

Non so come dirlo ma necessito inderogabilmente di dirlo. Di provarci almeno. Che cosa è l’Altro?

Siccome non so, prendo a prestito il gioco della metafora o del calarmi in una sorta di teatro improvvisato dove non sono più io a dire ma è Qualcosa d’Altro a farlo.

Così provo a parlare parole non della mente ma di quella sostanza color rosso caldo e lavico che in ognuno di noi scorre, che passa in ogni anfratto, che nel suo sacro scorrere c’è lo scorrere stesso della vita.

Cosa dice quella perla rossa che noi chiamiamo Sangue?

 

“Dicono che io, Sangue, non ho dono di intelletto. Eppure so, io lo so che il mio esserci è alla base della vita. Non ho bisogno di pensare, di ragionare, di porre logica alla sequenza del mio andare. Nel mio “solo” scorrere c’è  lo snodo stesso della vita.  

A volte, però, in questo scorrere sento molto freddo. La Mente sa perché… lo sa, sì, il perché… non le chiedo di spiegarmelo però. Infondo non so se comprenderei la sua logica, a volte logica, a volte meno.

Quello che mi arriva è solo il freddo di alcuni momenti. Cerco anfratti dove potermi scaldare…proteggermi dal freddo. Provo lungo le gambe o le braccia o su, su per la testa. Vado a destra, poi corro a sinistra, poi circolo in giù, all’insù, e poi ancora scorro, scorro. Non mi fermo, non posso farlo. La corsa è veloce ma questo non mi basta a che io mi senta anche solo un po’ più caldo. 

Poi torno indietro e mi avvicino a quelli che l’umano chiama “organi interni”. Qui comincio a percepire un po’ di speranza, della quale parola ne conosco profondamente il significato in quanto  insito già nello stesso mio esserci. Vicino a questi “organi interni” comincio a sentire un po’ di tepore…sta diventando morbido e piacevole scorrere qui.

Ma non posso fermare la mia marcia salvifica così ancora giro, mi muovo, corro e in questo mobile andare non ho trovato ancora quel caldo che cerco e mi dico che in questo freddo proprio non ci voglio più stare. 

E arrivo al Cuore. 

Ancora prima che io possa attraversarlo mi sorprende!!! lo guardo da lontano prima di incontrarlo e mi sorprende. SI! Perché non sapevo avesse il dono di piangere, ridere, divertirsi, sgomentarsi, gioire, raccapricciarsi, fare scherzi qui dentro, implodere, esplodere… pensavo fosse la sola Mente ad avere accesso a queste  straordinarie facoltà e invece Lui, questo Dio che è il Cuore mi ha spiegato che non è così. Lui mi dice che  si, è la Mente a percepire ma Lui e solo Lui può rimbombare in un’ esplosione di sangue caldo il significato profondo di un’emozione. Mi spiega che Lui e solo Lui, può dare e togliere la capacità che ha la lava di rendere fertile il terreno su cui si amplifica il suo battito. Lui e solo Lui messaggia fino alle orecchie, agli occhi, ai piedi, alle dita delle mani, ad ogni piccolo angolo nascosto della pelle, la bellezza e la forza di un amore.

Nello scorrere mi avvicino e mi chiedo: se ha ragione? Mi avvicino col mio passo di cui non decido la cadenza, vado, scorro e sento di stare attraversando un luogo caro, di immensa sacralità, di calda vita profonda. 

BOOOMMM!!! BOOOMMM!!! BOOOMMM!!! E ancora BOOOMMM!!! BOOOMMM!!! BOOOMMM!!! MIo Dio quanta forza!!! Quanto rumore pulsante, forte, inesorabile che mi fa saltare in un danzare caldo! Finalmente! Attraverso Lui ammorbidisco la mia fluidità che si rende placida e ordinata e in questo avanzare caldo, quasi ipnotico, mi ripeto quanto questo momento vorrei non finisse mai. BOOOMMM!!! BOOOMMM!!! BOOOMMM!!!  Non succede sempre, ma quando batte così forte, il mio calore aumenta! 

Come si sta bene, mi dico. Come si sta bene, adesso, qui. Così mi dico che il Cuore ha ragione. 

Poi mi chiedo: che cos’è quella strana cosa che abita dentro e/o fuori che fa fare al Cuore BOOOMMM!!! BOOOMMMM!!! BOOOMMM!!! Sempre più forte? E che quando è così forte mi fa sentire così tanto ardore?  Che cos’è quella cosa che fa pompare perfettamente il mio attraversare una zona di grazia e di benedizione? Che cos’è quell’andamento a cui non vorrei mai rinunciare e che mi fa credere di essere l’unica vera motivazione al farmi scorrere così caldo? 

Poi  la Mente ha preso pazienza e mi ha spiegato: quella cosa a cui io Sangue non so dare nome,  l’essere umano la chiama AMORE”.

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