Perchè la RELAZIONE?

di Mario Baldoni e Marina Mazzanti

Quest’anno abbiamo deciso di passare dal festival al Femminile al festival della Relazione.

Se intendiamo per femminile il lato femminile della vita o il lato femminile dell’anima il passaggio è breve e passa proprio attraverso la tessitura della tela di Penelope a fronte delle gesta eroiche di Odisseo.

La parola RE-LAZIONE è composta di due termini, uno è il portare, lazione = latore/trice = essere portato/a, e “re” che indica l’elemento ciclico e ripetitivo.

Parlare di relazione ha quindi a che fare con il gesto antico, ciclico e ripetitivo della tessitura, patrimonio delle donne. Attraverso questo gesto lungo e ripetuto del passare e ripassare del filo si crea una trama o un legame della vita e su questa trama si scrive l’ordito, le immagini, le parole e le emozioni che costituiscono il vero senso della RELAZIONE.

Ci incontreremo alla Casa dell’Ecologia Umana per confrontarci sulla relazione primaria madre(o figura di riferimento)-bambino/a. A trattare l’argomento sarà il dott. Catello Manfuso, medico e omeopata, padre di tre figli e appassionato di questo tema.

La serata sarà accompagnata dalle voci femminili di Franca Mancinelli, neo mamma di Maria, con le sue poesie e dalla voce di Tamar Hayduke con canti e ninna nanne armeni e arabi.

Il sabato ci sposteremo sulla Relazione Uomo – Ambiente, Comunità – Territorio con le parole e le esperienze di due giovani economiste Benedetta Berloni e Sara Lorenzini che porteranno le loro esperienze dirette sulla rottura  del rapporto comunità- territorio sia nell’esperienza italiana quanto nell’esperienza della tradizione indigena dell’Amazzonia, passando attraverso forme diverse di violenza.

A seguire la dott.ssa Anna Grazia Lentini ci introdurrà nel mondo della Medicina Forestale attraverso il concetto di una malattia di cui tutti ormai soffriamo nel così detto primo mondo, forse ormai da decenni: IL DEFICIT DI NATURA.
L’allontanamento dai cicli naturali, dalla percezione della vegetazione, dal magnetismo delle foreste, dalla fauna ormai solo addomesticata, dalla percezione del suolo attraverso le suole che ci privano del contatto con la terra e della scarica degli elettroni negativi, fa sì che andiamo incontro ad una serie di disturbi psicofisici rilevabili, di cui probabilmente soffriamo ormai tutti, che agiscono in particolare sul sistema immunitario e che nel loro insieme vengono definiti appunto “Deficit di Natura”.
Saranno descritti gli effetti positivi e strumentalmente rilevabili che può avere un buon BAGNO NEL BOSCO, o, ancor meglio, Bagno in Natura che in piccola parte potremo sperimentare nella serata di sabato.

Nella terza giornata affronteremo assieme al filosofo “impegnato” Roberto Mancini non solo la Relazione tra gli Uomini ma soprattutto la Relazione con il Futuro, per domandarsi se esistono e quali siano le possibilità di Fuga da un contesto etico sociale ed economico che, fondato sull’avidità e sul dominio  in tutte le sue forme, che siano gli uomini o il pianeta, porta inevitabilmente all’Autodistruzione.

Alla fine del percorso, nella serata di domenica, ancora sul prato, in mezzo agli ulivi e con la luna piena comprenderemo sul nostro corpo, quindi nel nostro sentire, con il M° Filippo Caramazza, che tutto è Vibrazione, anche noi siamo Vibrazione, il nostro corpo è Vibrazione e che quindi forse c’è speranza.

Per poter fare il percorso proposto dal Festival, è necessario ripartire dalla favola Sufi dei ciechi e dell’elefante per capire come siamo TUTTI UN INSIEME, come siamo tutti/tutto Collegati, tutti Figli della stessa Terra e quindi, volenti o nolenti, Fratelli Tutti per parafrasare l’Enciclica di Papa Francesco. Per capire tutto questo avremo bisogno di collegare, fare connessioni, uscire da saperi troppo tecnici e specialistici da visioni parziali e limitate, o troppo ego e etno centrate per aprirci a una visione più ampia, cosmica e di Coscienza del fluire della Vita, che va in e oltre  tutte le sue forme.

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