FARE ANIMA

di Pietro Ravallese

Vado a fare anima
Ad impastare la mia carne col mio cuore.
Ne ho bisogno.
Vado a fare anima,
a trovare ogni giorno un punto dove appoggiare
per non farli cadere i miei piedi,
e più su le ginocchia,
e poi le gambe, i fianchi, ogni intima parte del mio corpo,
e poi le mani, le braccia, le spalle, il petto.
Vado a fare anima
ad aprire le finestre del cuore,
degli occhi.
Mi arrischio lo so.
A volte entra di più, di troppo.
Ma è proprio quando imparo a vivere
che la tana di un serpente
può diventare il nido di un uccello.
Vado a fare anima,
a scrivere per portare un po’ di luce al buio,
per aprire un pezzo di sentiero,
per pregare.
Scrivere e pregare,
fare foto con la scrittura,
imprimere sulla carta un’immagine, un’emozione,
un entusiasmo,
o la fragilità,
fare ordine ed intanto rallentare,
stare nel cielo sospeso a mezz’aria,
o disteso su un’amaca
o a fior d’acqua lasciarmi cullare.
Vado a fare anima, spesso lo faccio.
Ogni giorno mangio, dormo e
quando faccio anima sto meglio.

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Che meraviglia queste parole, sono per me una coperta soffice, come quando si incontra qualcuno che dice esattamente cosa avresti voluto dire tu. Grazie

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