COVID-19: Crisi o Opportunità?

di Gilberto Ugolini

Un virus sta attraversando la nostra penisola: il Covid-19, meglio noto come “coronavirus”, uno dei più temibili della storia recente dell’umanità, per la sua incredibile capacità di diffusione tra le persone e perché non è una “banale” influenza ma qualcosa di più grave: colpisce i polmoni del malato.

Un virus che sta mettendo a dura prova la capacità del sistema sanitario nazionale di affrontare le emergenze, e la capacità di tutti noi di far fronte a qualcosa di impalpabile, che non si vede e non si tocca, ma che porta conseguenze sul nostro quotidiano e sulla nostra salute. Quindi ci mette in crisi, perché non siamo pronti a cambiare le nostre abitudini, fatichiamo a convivere con le nostre angosce e paure, e la paura della malattia e della morte sono tra le peggiori.

E’ un virus che ci mette “a nudo”, ci rivela come siamo, la nostra umana fragilità, e ci interroga sul   come reagiamo di fronte alle situazioni critiche.

E’ un virus che ci ricorda che siamo tutti interconnessi, tutto ciò che facciamo influisce sulla collettività: ci salveremo o affonderemo tutti insieme, con scelte consapevoli e condivise da tutti. In questo senso, è un virus che non conosce confini, barriere: colpisce tutti indistintamente, non fa distinzioni di razza, religione, lingua, cultura; colpisce il ricco come il povero; nessuno si sente più al sicuro.

E’ un virus che mi fa paura, e mi fa vivere in un clima irreale, come se fossi dentro un film; ma i malati e i morti, anche tra amici e parenti, sono purtroppo una dura realtà. Pensavo, come tutti, di essere al sicuro dalle grandi catastrofi: le grandi tragedie del mondo, la fame, la guerra, le carestie, le inondazioni, gli tsunami… erano lontane, non mi riguardavano. Io avevo le mie comodità, le mie certezze. Non avrei mai pensato, nel 2020, alla soglia del mio mezzo secolo di età, di dover stare a casa per settimane, forse mesi; di vedere le strade completamente deserte;  scuole, negozi, fabbriche chiuse;  di fotografare il bellissimo lungomare della mia città, normalmente percorso da persone che camminano, che corrono, che guardano il mare, ora senza anima viva…

Temo l’epidemia e allo stesso tempo l’infodemia, ossia la circolazione eccessiva di notizie non vagliate con accuratezza: sento di dover fare uso della mia capacità di discernimento per distinguere le informazioni corrette dalle “fake” news, che sono ovunque e hanno forti ricadute a livello non solo sociale, ma anche ambientale ed economico.

Ma nella mia vita ho scelto di vedere, in ogni situazione, il bicchiere mezzo pieno, non mezzo vuoto: sento che si stanno aprendo di fronte a tutti delle possibilità difficili da immaginare fino a pochissimo tempo fa.

 

“In the middle of every difficulty lies opportunity” (Albert Einstein)

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