Il nostro quotidiano “ECCOMI”

di Daniela Pavoletti

Pensieri dopo il gruppo di studio del 14 gennaio su “Spiritualità nel quotidiano”

La complessità umana la si intuisce solo tenendo insieme le varie dimensioni del nostro essere: trattiamo quotidianamente, con più o meno coscienza,  un corpo, dei sentimenti, pensieri, emozioni ma di rado percepiamo, ascoltiamo e incontriamo la nostra parte spirituale.

Eppure ogni cosa che ci accade ha una dimensione visibile ma anche uno spessore di senso radicato nel passato e gettato nel futuro che non possiamo cogliere nell’immediatezza dei sensi.

Eppure ogni parola che dico ha un significato letterale ma ne ha almeno un altro nascosto.

Eppure ogni giorno porta con sé in dono qualcosa di immateriale, impalpabile, qualcosa di non misurabile  che dovrebbe far affiorare domande e dubbi e aperture verso una dimensione che non si spiega attraverso le categorie del pensiero razionale.

Qualunque persona percorra un cammino di ricerca dovrebbe avere cura della propria dimensione spirituale, dovrebbe abitare un qui e ora senza luogo e senza tempo.

Quando il significato di una parola mi sfugge nella sua essenza, cerco un riferimento oggettivo al di fuori di me; nel vocabolario Treccani la definizione di sacro inizia così: “Ciò che è connesso, più o meno intimamente, con la divinità”.

La nostra parte spirituale ha bisogno del sacro; ha bisogno di un luogo, di un oggetto, di una parola, di un suono che mi connettano con la divinità, ogni divinità, Martin direbbe con l’Eternità.

La nostra unicità di esseri umani si manifesta anche nell’unicità dei percorsi che scegliamo alla ricerca del sacro; un rosario trovato tra le pietre e recitato con fedeltà, una musica ascoltata per tornare intera, un abbraccio quotidiano, una preghiera antica, la ricerca della verità sono esempi di un sacro personale che fa incontrare una domanda e una risposta che hanno il mio nome.

In rari e preziosi momenti può capitare che ci si trovi insieme connessi all’Eternità e allora il dono è grande e Amore abita fra noi.

L’Eternità che bussa alla nostra porta in ogni momento ci interroga: dove sei?

Aperto come un canale vuoto e vibrante, pieno del movimento perpetuo della vita,

ognuno di noi può rispondere “Eccomi”

e rendere i propri gesti, le proprie parole, le proprie azioni manifestazioni dell’Eternità.

Credo che il nostro “Eccomi” possa assumere uno straordinario potere creativo e trasformativo a partire dalla fedeltà di ognuno al proprio sacro quotidiano.

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