Tra Femminile e Maschile

... a proposito di Festival al Femminile

Una gradita INTRUSIONE inviata in redazione da ANDREA FAZI che pubblichiamo per la condivisione con tutti.

 

Mi permetto di scrivervi un pensiero.
Provengo dalle scienze naturali, pur se tra le mie letture ci sono altri settori e discipline.
In biologia il maschio e la femmina di solito perseguono obiettivi analoghi ma diversi. Strategie diverse, modalità diverse.
L’obiettivo di fondo è dare seguito ai propri geni.
Per fare questo la natura ha inventato milioni di modalità, di strategie. Dalla femmina che da le sue uova al maschio dopo l’accoppiamento (cavalluccio marino) e se ne disinteressa (ma non è una scelta scellerata, ha investito le sue uova con un maschio protettivo e dedito, quindi non è un vero disinteresse, è un investimento), al maschio di leone che uccide i cuccioli del padre che ha spodestato affinchè le femmine vadano presto in calore e partoriscano figli sicuramente suoi…
Le leonesse hanno fortissimi legami sociali, i maschi sono i capi dell’harem, più che complici ed alleati del gruppo di femmine. I cavallucci marini non hanno vita sociale quindi non hanno certi problemi. J

Potrei scrivere per settimane ma cerchiamo di capire come il ns essere biologici influenzi anche il ns essere culturali.

Sappiamo che il cervello femminile e quello maschile processano le informazioni in modo diverso e in modo diverso sentono alcune cose e in modo diverso reagiscano ad alcune cose.
Gli ultimi studi mostrano che prima che le influenze sociali possano indirizzare i processi di crescita dell’individuo, dal suo cervello alla sua percezione di se, un cervello maschile ed uno femminile hanno differenze (nell’amigdala, nelle corteccia prefrontale…)

Torniamo alla ecologia evolutiva.
Se le modalità per lasciare segno di se attraverso la progenie – che è un obbligo generico per i viventi –  sono diverse tra maschi e femmine, nel mondo animale, evidentemente anche noi, con il ns essere animali al 100% e culturali al 100%, abbiamo delle differenze.
Ammettendo differenze di base possiamo ammettere che anche la vita possa essere affrontata e sentita in modo differente, dai due sessi. Possiamo ammettere che la strumentazione che serve a vivere sia diversa. Per strumentazione intendo tanto l’interfaccia fisico-materiale tra noi e il mondo, il corpo, quanto i fenomeni di processamento di quello che ci arriva da fuori, con il ns cervello, a sua volta influenzabile da sostanze endocrine ed esogene, e influenzatore di molecole chimiche prodotte da noi stessi, che a loro volta influenzano risposte e percezioni.
La cosa è complessa ma noi siamo creature complesse. Molti di più di altri viventi che hanno una vita meno complicata.

Esiste una branca di studi nuova, che indaga l’evoluzione dei viventi. Noi saremmo una specie neotenica e pedomorfica. Quello che sto leggendo mi convince assolutamente.
Il vantaggio di essere neotenici e pedomorfici sta nell’allungare i tempi di apprendimento, nel rallentare fino a cambiare la biochimica dell’asse ipofisi-ipotalamo-surrene (che governa ad esempio l’aggressività), quando le specie si avviano a questo processo che per l’uomo è stato chiamato auto addomesticazione, le differenze fisiche tra i sessi diminuiscono. Anche se crediamo di avere un grande dimorfismo sessuale, questo è assai piccolo rispetto ai ns antenati, rispetto ai cugini scimpanzè e gorilla (invece è simile per i bonobo, che come noi hanno una socialità complessa…basata sul sesso: sempre e cmq e con chiunque. Fate l’amore e non fate la guerra per il bonobo è verissimo, sono molto poco aggressivi).

La chiudo qui, volevo aprire una finestra sul ns essere figli di questo pianeta, con le sue leggi, la sua biologia, la sua evoluzione, la sua biochimica. Noi siamo una specie unica, nessuno ci somiglia se non lontanamente, ma siamo pur sempre figli di quegli stessi processi biologici dell’evoluzione che agisce per dotare i viventi della risposta ambientale (ed ambiente è anche quello sociale) tendenzialmente più efficace. Tendenzialmente è però la parola chiave. Non tutto ha carattere adattativo, non tutto è lineare e per ora spiegabile.

Il permanere di comportamenti aggressivi, violenti, criminali, in una specie assolutamente, fortemente, completamente sociale, non sembrerebbe avere un carattere adattativo, apparentemente. Eppure migliaia di anni di evoluzione non hanno eliminato questo tratto.

Non siamo pacifici per natura, lo siamo per scelta.

 

Scusate l’intrusione.

Casa dell’Ecologia Umana
Fano, via Roncosambaccio n. 149/a (PU)

Per iscrizioni e informazioni:
334 7009556 Marina
email: corsi@ecologia-umana.it

Prenotazione obbligatoria per partecipare all’evento.

Ingresso ad offerta libera, anche per le cene.

 

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